Caro Direttore, su «Avvenire» di domenica 8 marzo, ho letto un editoriale di Luigi Geninazzi sul film «Katyn» del regista polacco Andrej Wajda. Sono rimasto sconcertato da quanto afferma. Mi sono chiesto: ma c’è stato qualche altro giornale ad averne parlato? O dobbiamo ritenere che oltre al boicottaggio delle sale cinematografiche vi sia anche quello della stampa? È possibile che nel 2009 si sia ancora così condizionati dalle paure e dalla pavidità di tanta gente? E perché non si proietta il film nelle sale parrocchiali, negli oratori – se ve ne sono ancora – nelle scuole cattoliche, nelle sedi dei partiti non di sinistra? È possibile farne un dvd, e distribuirlo attraverso la stampa cattolica? Suvvia, i tempi sono quelli che sono, ma il comunismo è ancora vivo e vegeto nel globo terraqueo e opera con satanica tenacia. E noi cristiani e addirittura cattolici, siamo così vergognosamente pavidi da temere di dire la verità? In Russia, in Spagna, in Cina, a Cuba, in Africa e in tanti altri Paesi i nemici di Dio non hanno avuto e non hanno remore: hanno ucciso e uccidono, torturato, saccheggiato e sacrilegamente agito con i nostri simboli. E noi abbiamo timore di dircelo? Ma che razza di fifoni sono i miei compagni di viaggio? «Chi si vergognerà di me...» lo ricordiamo o l’abbiamo dimenticato? Nel 1917 la Madonna non ha avuto paura di dire che se non avessimo pregato, la Russia avrebbe sparso i suoi errori nel mondo suscitando guerre, persecuzioni, distruzioni, delitti a non finire: e lei non dice bugie, mi pare! Dicendo che il comunismo è una ideologia assassina non diciamo falsità, diciamo semplicemente quello che ha fatto in novant’anni! O ho torto?
Adriano Garavini
Genova ( lettera publicata su Avvenire 26 Marzo 2009 )
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