venerdì 27 marzo 2009

KATYN E I MISFATTI DEL COMUNISMO

Caro Direttore, su «Avvenire» di domenica 8 marzo, ho letto un editoriale di Luigi Geninazzi sul film «Katyn» del regista polacco Andrej Waj­da. Sono rimasto sconcertato da quanto afferma. Mi sono chie­sto: ma c’è stato qualche altro giornale ad averne parlato? O dobbiamo ritenere che oltre al boicottaggio delle sale cinema­tografiche vi sia anche quello della stampa? È possibile che nel 2009 si sia ancora così condizio­nati dalle paure e dalla pavidità di tanta gente? E perché non si proietta il film nelle sale parroc­chiali, negli oratori – se ve ne so­no ancora – nelle scuole cattoli­che, nelle sedi dei partiti non di sinistra? È possibile farne un dvd, e distribuirlo attraverso la stampa cattolica? Suvvia, i tem­pi sono quelli che sono, ma il co­munismo è ancora vivo e vege­to nel globo terraqueo e opera con satanica tenacia. E noi cri­stiani e addirittura cattolici, sia­mo così vergognosamente pavi­di da temere di dire la verità? In Russia, in Spagna, in Cina, a Cu­ba, in Africa e in tanti altri Paesi i nemici di Dio non hanno avu­to e non hanno remore: hanno ucciso e uccidono, torturato, saccheggiato e sacrilegamente agito con i nostri simboli. E noi abbiamo timore di dircelo? Ma che razza di fifoni sono i miei compagni di viaggio? «Chi si ver­gognerà di me...» lo ricordiamo o l’abbiamo dimenticato? Nel 1917 la Madonna non ha avuto paura di dire che se non avessi­mo pregato, la Russia avrebbe sparso i suoi errori nel mondo suscitando guerre, persecuzio­ni, distruzioni, delitti a non fini­re: e lei non dice bugie, mi pare! Dicendo che il comunismo è u­na ideologia assassina non di­ciamo falsità, diciamo sempli­cemente quello che ha fatto in novant’anni! O ho torto?
Adriano Garavini
Genova ( lettera publicata su Avvenire 26 Marzo 2009 )


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