IL «RE» DELLA GOMMA
Michelin
«Il profitto deve servire per aiutare gli altri»
«Bill Gates è un vero capitalista perché distribuisce la sua fortuna Il lavoro è strumento di realizzazione, di costruzione La cultura marxista è invece una forza distruttrice»
Di Alberto Simoni
François Michelin non si scompone. Abbozza un sorriso. E poi rigira il quesito all'intervistatore. «E lei cosa ne pensa?». Spiazzante. E Insolito. Come inusuale è l'intervista che l'81enne presidente onorario della Michelin, azienda leader nel mercato degli pneumatici, concede ad Avvenire. Detta lui le condizioni. In una piccola stanzetta della scuola professionale In-Presa di Carate Brianza vuole ci siano anche i vertici delle organizzazioni (il Liceo Don Gnocchi, la Compagnia delle Opere e il Consorzio formazione e lavoro della Brianza, oltre alla In-Presa di Emilia Vergani) che lo hanno invitato in quest'angolo ricco dell'alto milanese a parlare con gli studenti (erano oltre 300 ad ascoltarlo all'auditorium di Carate) e a raccontare la sua esperienza di imprenditore cristiano e di successo.
Poi snocciola la sua visione dell'impresa. Del mondo, della società. C'è San Tommaso con la sua filosofia della perfezione e della bellezza, nel suo vocabolario, nei concetti che esprime però con semplicità ed efficacia. Le sue parole tratteggiano il ritratto di un uomo capace di coniugare profitto e spiritualità, valori e capitale.
Michelin si pone come «umile». Il suo stile di vita sobrio vale più di mille parole: pranza nel refettorio della scuola cuochi dell'In-Presa, servito dagli allievi camerieri. E li invita a parlare, a interloquire con lui. Ogni domanda rimbalza. Michelin vuole sapere l'opinione dell'altro. «Sono qui perché un vecchio come me vuole imparare e capire dai giovani», esordisce con noi. «Si dice che i giovani siano impertinenti, ma le loro domande sono sempre pertinenti. Perché partono dai fatti, rispecchiano i loro bisogni. Non sono filtrate dalle ideologie».
Sono le cose concrete che lo guidano. I fatti. «Guardiamo la realtà e le persone e da lì, da quello che vediamo, cominciamo a costruire, a produrre». Filosofia dell'azienda di Clermont-Ferrand. Stile di vita. La realtà non mente, le sovrastrutture sì. Come non mente il clien te, «quello che compra le nostre gomme, gli pneumatici. Se non sono fatti bene, ci abbandona». «La qualità del lavoro e il rispetto della qualità della vita - scandisce serioso - sono dati di fatto. Se le gomme sono fatte male non le vendiamo. È il cliente il padrone, quello che ci dà gli ordini».
Un punto di vista che trascende i confini, seppur immensi del suo impero commerciale fondato sulla gomma. Un mondo dove non c'è spazio per l'ideologia e dove la persona non è mai «forza lavoro». Quella - spiega - è espressione marxista. «E il marxismo è il rifiuto dell'altro, è un'idea distruttrice». «Non è un caso che l'Urss sia crollata», chiosa Michelin secondo il quale il lavoro è strumento di realizzazione, il profitto non un fine in sé. «Profitto - sottolinea - deriva da pro facere. Procurarsi denaro allo scopo di poter fare altro. Investire, mantenere l'azienda in competizione, costruire». Andare avanti in un eterno equilibrio di relazioni in cui l'interdipendenza fra dirigenti e dipendenti è bidirezionale.
Michelin parla a ruota libera. Tace solo sul duello per l'Eliseo che sta elettrizzando la sua Francia. Basta una battuta per scivolare oltre. Al cristianesimo, al capitalismo. Temi che salda, tornando anche qui al «costruire», alla «responsabilità di fronte alla società». Spiega Michelin: «Bill Gatesè un vero capitalista. Distribuisce la sua fortuna. Accumulare soldi per essere utili agli altri è la vera finalità».
«Conosco - spiega - persone che non sono cattoliche e che avrebbero pronunciato le stesse cose che ho detto io. Partiamo dalla realtà, dalle persone e dalle cose per far progredire l'azienda nel suo insieme. Tenendo comunque conto che non siamo perfetti questo ci permette di costruire».
Di dare un volto al domani e alla speranza dei giovani. «Sono qui solo perché voglio parlare con loro e rispondere alle loro domande. Lo scriva, per favore».
Sabato 21 aprile 2007-Avvenire-
Michelin
«Il profitto deve servire per aiutare gli altri»
«Bill Gates è un vero capitalista perché distribuisce la sua fortuna Il lavoro è strumento di realizzazione, di costruzione La cultura marxista è invece una forza distruttrice»
Di Alberto Simoni
François Michelin non si scompone. Abbozza un sorriso. E poi rigira il quesito all'intervistatore. «E lei cosa ne pensa?». Spiazzante. E Insolito. Come inusuale è l'intervista che l'81enne presidente onorario della Michelin, azienda leader nel mercato degli pneumatici, concede ad Avvenire. Detta lui le condizioni. In una piccola stanzetta della scuola professionale In-Presa di Carate Brianza vuole ci siano anche i vertici delle organizzazioni (il Liceo Don Gnocchi, la Compagnia delle Opere e il Consorzio formazione e lavoro della Brianza, oltre alla In-Presa di Emilia Vergani) che lo hanno invitato in quest'angolo ricco dell'alto milanese a parlare con gli studenti (erano oltre 300 ad ascoltarlo all'auditorium di Carate) e a raccontare la sua esperienza di imprenditore cristiano e di successo.
Poi snocciola la sua visione dell'impresa. Del mondo, della società. C'è San Tommaso con la sua filosofia della perfezione e della bellezza, nel suo vocabolario, nei concetti che esprime però con semplicità ed efficacia. Le sue parole tratteggiano il ritratto di un uomo capace di coniugare profitto e spiritualità, valori e capitale.
Michelin si pone come «umile». Il suo stile di vita sobrio vale più di mille parole: pranza nel refettorio della scuola cuochi dell'In-Presa, servito dagli allievi camerieri. E li invita a parlare, a interloquire con lui. Ogni domanda rimbalza. Michelin vuole sapere l'opinione dell'altro. «Sono qui perché un vecchio come me vuole imparare e capire dai giovani», esordisce con noi. «Si dice che i giovani siano impertinenti, ma le loro domande sono sempre pertinenti. Perché partono dai fatti, rispecchiano i loro bisogni. Non sono filtrate dalle ideologie».
Sono le cose concrete che lo guidano. I fatti. «Guardiamo la realtà e le persone e da lì, da quello che vediamo, cominciamo a costruire, a produrre». Filosofia dell'azienda di Clermont-Ferrand. Stile di vita. La realtà non mente, le sovrastrutture sì. Come non mente il clien te, «quello che compra le nostre gomme, gli pneumatici. Se non sono fatti bene, ci abbandona». «La qualità del lavoro e il rispetto della qualità della vita - scandisce serioso - sono dati di fatto. Se le gomme sono fatte male non le vendiamo. È il cliente il padrone, quello che ci dà gli ordini».
Un punto di vista che trascende i confini, seppur immensi del suo impero commerciale fondato sulla gomma. Un mondo dove non c'è spazio per l'ideologia e dove la persona non è mai «forza lavoro». Quella - spiega - è espressione marxista. «E il marxismo è il rifiuto dell'altro, è un'idea distruttrice». «Non è un caso che l'Urss sia crollata», chiosa Michelin secondo il quale il lavoro è strumento di realizzazione, il profitto non un fine in sé. «Profitto - sottolinea - deriva da pro facere. Procurarsi denaro allo scopo di poter fare altro. Investire, mantenere l'azienda in competizione, costruire». Andare avanti in un eterno equilibrio di relazioni in cui l'interdipendenza fra dirigenti e dipendenti è bidirezionale.
Michelin parla a ruota libera. Tace solo sul duello per l'Eliseo che sta elettrizzando la sua Francia. Basta una battuta per scivolare oltre. Al cristianesimo, al capitalismo. Temi che salda, tornando anche qui al «costruire», alla «responsabilità di fronte alla società». Spiega Michelin: «Bill Gatesè un vero capitalista. Distribuisce la sua fortuna. Accumulare soldi per essere utili agli altri è la vera finalità».
«Conosco - spiega - persone che non sono cattoliche e che avrebbero pronunciato le stesse cose che ho detto io. Partiamo dalla realtà, dalle persone e dalle cose per far progredire l'azienda nel suo insieme. Tenendo comunque conto che non siamo perfetti questo ci permette di costruire».
Di dare un volto al domani e alla speranza dei giovani. «Sono qui solo perché voglio parlare con loro e rispondere alle loro domande. Lo scriva, per favore».
Sabato 21 aprile 2007-Avvenire-
Pace a colui che ha scritto e a chi legge.
Pace a coloro che amano il Signore
in semplicità di cuore.
Nessun commento:
Posta un commento