giovedì 22 dicembre 2011

rogercallahan_thought_field_therapy



Terapia del campo mentale. Luis Jorge Gonzàles carmelitano scalzo professore al Teresianum a Roma
Un percorso naturale per vincere lo stress e ritrovare l'equilibrio. Un metodo semplice e fisiologico per recuperare l'armonia nelle relazioni familiari e sociali e per guardare avanti con rinnovata speranza. La terapia del campo mentale si propone di correggere gli squilibri biochimici per arrivare al benessere psicologico con se stessi e con gli altri in modo del tutto naturale. In Italia il metodo era noto da qualche anno, ma adesso sta conoscendo una nuova popolarità grazie all'appassionata opera divulgativa di un sacerdote padre Luis Jorge Gonzales, psicologo e teologo, docente al teresianum di Roma. Padre Gonzàles ha fatto proprio il metodo della terapia del campo mentale messo a punto qualche decennio fa da un medico americano, Roger Callahan. L'ha rivisto alla luce della dottrina cristiana e l'ha riproposto come una prassi semplice e di facile utilizzo, spiega padre Gonzàles. Le situazioni ansiogene possono essere generate sia da eventi negativi come problemi familiari, difficoltà di lavoro, sia da eventi positivi come l'attesa di qualcosa di molto desiderato.  Le premesse di questo approccio terapeutico si fondano sulla convinzione scientifica delle enormi possibilità presenti nella natura umana. La terapia del campo mentale prevede la stimolazione di alcuni punti del corpo con leggeri  colpetti in sequenza preordinata. Si agisce sui punti terminali dei meridiani di energia conosciuti nell'agopuntura, la quale però non agisce direttamente sulla sfera psicologica. Il vantaggio della tecnica, è che ciascuno, una volta appreso il metodo, può fare esercizio da solo nel corso della giornata senza la presenza dello specialista. Ci possono riuscire bene anche i bambini.  Detto così potrebbe sembrare semplicistico. In realtà la prassi dev'essere accompagnata dalla consapevolezza interiore del problema specifico che si intende affrontare. E' questa consapevolezza che, attivando gli effetti emozionali connessi al problema, permette di affrontarli attraverso la stimolazione dei punti di energia. La terapia com'è ovvio non cambia  gli eventi che hanno scatenato lo stato di malessere, né modifica i valori personali o il livello di conoscenza che ciascuno ha di sé e degli altri, ma elimina appunto le cosiddette "pertubazioni del campo mentale". La stimolazione dei punti adeguati diffonde energia nell'organismo, innescando una modificazione biochimica che fa sentire meglio le persone e ne allegerisce la sofferenza psicologica Dio ci ha creati a sua immagine e vuole condividere con noi la sua beatitudine. La nostra situazione di finitezza non ci permette però di approdare a un livello di assoluta felicità, ma a un minimo di benessere che, se mantenuto, ci fa vivere più sereni. L'obiettivo della terapia è contribuire a conservare questo stato di benessere pur nelle difficoltà che la vita ci riserva.
di  Paola Tettamazzi da Avvenire

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