Carmelitani Scalzi
Corso d’Italia, 38
00198 Roma
6 Gennaio 2010
Epifania del Signore
Carissimi Padri e Fratelli e, in un modo speciale, miei cari fratelli e sorelle dell'Ordine Secolare,
L'Ordine è entrato nel tempo in cui si celebrano i capitoli provinciali. Alcune province hanno già
celebrato il loro capitolo, le altre province celebreranno i loro capitoli nei prossimi sei mesi. All'inizio
di questo nuovo anno vorrei cogliere l'opportunità di riflettere sul ruolo e sull’importanza dell'Ordine
Secolare nel mondo che affrontiamo.
Nel dicembre del 2006, il Padre Luis Aróstegui ha mandato ai Provinciali un documento sull'assistenza
Pastorale dei Frati all'Ordine Secolare. Nell'introduzione a quel documento scriveva quanto segue:
L’Ordine Secolare degli Ordini mendicanti non è solo un laicato associato. Mediante la connessione
con i frati dei diversi ordini, l’Ordine Secolare comunica la propria spiritualità al mondo che gli sta
attorno.
In altre parole: il motivo per il permesso dato agli Ordini Mendicanti di avere membri secolari era di
portare la spiritualità di quegli ordini alle case e alla vita quotidiana della gente che s’identificava con
gli Ordini.
Infatti, la differenza più grande fra l'Ordine Secolare e i movimenti o gruppi associati che potrebbero
essere identificati con un convento, un monastero, una parrocchia, o un frate particolare è che questi
ultimi sono dedicati alla spiritualità di Santa Teresa, o San Giovanni della Croce, o Santa Teresina,
ecc., mentre i membri dell'Ordine Secolare hanno preso un impegno con l'Ordine, con la sua vita, con
la sua missione così come con la sua spiritualità. Essi hanno espresso questo impegno con la promessa
che hanno emesso.
Nell’Esortazione Apostolica, Vita Consecrata, nel paragrafo 54, il papa Giovanni Paolo II ha scritto:
“Oggi non pochi Istituti, spesso in forza delle nuove situazioni, sono pervenuti alla convinzione che il
loro carisma può essere condiviso con i laici. Questi vengono perciò invitati a partecipare più
intensamente alla spiritualità e alla missione dell’Istituto medesimo. Possiamo dire che, sulla scia di
esperienze storiche come quelle dei diversi Ordini Secolari o Terz’Ordini, è iniziato un nuovo capitolo,
ricco di speranze nella storia delle relazioni tra le persone consacrate e il laicato.”
Molte congregazioni religiose oggi stanno cercando mezzi per invitare persone laiche ad identificare
con la vita e la missione di quelle congregazioni. Il Santo Padre ha usato precisamente l’esperienza che
gli Ordini Mendicanti hanno avuto per secoli, cioè, gli Ordini Secolari, come modello o esempio da
seguire.
Il rapporto che esiste fra i frati e i secolari è una grazia e una responsabilità per tutti e due i rami. La
grazia si trova nell'arricchimento reciproco della vocazione che ciascuno vive. Il rapporto dei frati con
i secolari rinforza i frati nel loro desiderio a vivere seriamente il loro impegno come religiosi
consacrati. Il rapporto dei secolari con i frati li aiuta a vivere le richieste di una vita spirituale seria in
mezzo a un ambiente che non è sempre benevolo verso la religione.
La responsabilità dei frati verso i secolari è esercitata in due sensi, governo e formazioni. Questi due
sensi devono andare insieme, altrimenti né l’uno, né l’altra, può avere successo. Quando il governo e
la formazione vanno insieme è un'esperienza di guida, non di controllo. Guidare illumina la mente e fa
in modo che le difficoltà della vita cristiana siano più leggere. Effettivamente, l'enfasi più grande nel
rinnovamento dell'Ordine Secolare dopo il Vaticano II è quella della responsabilità di una formazione
adeguata di membri maturi della chiesa e dell'Ordine. Questa importanza della formazione è ispirata da
entrambi i documenti Apostolicam Actuositatem del Vaticano II e Christifideles Laici del papa
Giovanni Paolo II. In molte parti dell'ordine questo rinnovamento dell’area della formazione è già
avviato bene. In altre parti è ancora in fase di programmazione. In ogni parte dell'Ordine, però, è
necessario.
La responsabilità dei secolari rispetto ai frati è esercitata nella disponibilità dei secolari a collaborare
con i frati nella progettazione della missione delle province. Il 54o paragrafo di Vita Consecrata citato
sopra, ha dichiarato che “i laici … vengono perciò invitati a partecipare più intensamente alla
spiritualità e alla missione dell’Istituto medesimo.” Questo si applica a noi come Ordine. È necessario
riconoscere il ruolo dei nostri laici impegnati con l'Ordine nello sviluppo della nostra presenza, non
solo a causa dei cambiamenti demografici che avvengono in determinati posti, ma perché la natura
stessa di partecipazione laicale alla chiesa si è sviluppata in una nuova condizione. La presenza dei
membri secolari competenti e ben formati può essere un aiuto grande nel pianificare eventuali nuove
strutture della nostra presenza.
Ormai è divenuta consuetudine in molte Province invitare i membri dell'Ordine Secolare, di solito
rappresentato dal Consiglio Provinciale dell'OCDS, a partecipare ai Capitoli provinciali, dedicando un
tempo al dialogo sul rapporto che esiste tra frati e secolari. Questo dialogo, altamente raccomandato, è
sempre più importante nella pianificazione dei progetti futuri delle nostre Province e ad affrontare i
bisogni e i desideri dei secolari, mentre noi insieme cerchiamo di rendere più efficace la nostra
presenza nel portare il messaggio del Carmelo Teresiano al mondo che ci circonda.
Il rapporto spirituale che esiste tra i frati, le suore di clausura e i secolari dell'Ordine è una fonte di
grande ricchezza a ciascuno di noi come individui e come Ordine. È anche una fonte di grazia ed
energia per la Chiesa che serviamo e al mondo che ha bisogno della conoscenza della presenza di Dio.
Chiedo ai Provinciali di comunicare questa lettera ai membri dell'Ordine Secolare nelle loro Province.
Fraternamente in Cristo, nostro Salvatore,
Saverio Cannistrà, OCD
Superiore Generale
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