venerdì 13 maggio 2011

Lettera al Carmelo Secolare Saverio Cannistrà, OCD Superiore Generale


Carmelitani Scalzi


Corso d’Italia, 38

00198 Roma

6 Gennaio 2010

Epifania del Signore

Carissimi Padri e Fratelli e, in un modo speciale, miei cari fratelli e sorelle dell'Ordine Secolare,

L'Ordine è entrato nel tempo in cui si celebrano i capitoli provinciali. Alcune province hanno già

celebrato il loro capitolo, le altre province celebreranno i loro capitoli nei prossimi sei mesi. All'inizio

di questo nuovo anno vorrei cogliere l'opportunità di riflettere sul ruolo e sull’importanza dell'Ordine

Secolare nel mondo che affrontiamo.

Nel dicembre del 2006, il Padre Luis Aróstegui ha mandato ai Provinciali un documento sull'assistenza

Pastorale dei Frati all'Ordine Secolare. Nell'introduzione a quel documento scriveva quanto segue:

L’Ordine Secolare degli Ordini mendicanti non è solo un laicato associato. Mediante la connessione

con i frati dei diversi ordini, l’Ordine Secolare comunica la propria spiritualità al mondo che gli sta

attorno.

In altre parole: il motivo per il permesso dato agli Ordini Mendicanti di avere membri secolari era di

portare la spiritualità di quegli ordini alle case e alla vita quotidiana della gente che s’identificava con

gli Ordini.

Infatti, la differenza più grande fra l'Ordine Secolare e i movimenti o gruppi associati che potrebbero

essere identificati con un convento, un monastero, una parrocchia, o un frate particolare è che questi

ultimi sono dedicati alla spiritualità di Santa Teresa, o San Giovanni della Croce, o Santa Teresina,

ecc., mentre i membri dell'Ordine Secolare hanno preso un impegno con l'Ordine, con la sua vita, con

la sua missione così come con la sua spiritualità. Essi hanno espresso questo impegno con la promessa

che hanno emesso.

Nell’Esortazione Apostolica, Vita Consecrata, nel paragrafo 54, il papa Giovanni Paolo II ha scritto:

“Oggi non pochi Istituti, spesso in forza delle nuove situazioni, sono pervenuti alla convinzione che il

loro carisma può essere condiviso con i laici. Questi vengono perciò invitati a partecipare più

intensamente alla spiritualità e alla missione dell’Istituto medesimo. Possiamo dire che, sulla scia di

esperienze storiche come quelle dei diversi Ordini Secolari o Terz’Ordini, è iniziato un nuovo capitolo,

ricco di speranze nella storia delle relazioni tra le persone consacrate e il laicato.”

Molte congregazioni religiose oggi stanno cercando mezzi per invitare persone laiche ad identificare

con la vita e la missione di quelle congregazioni. Il Santo Padre ha usato precisamente l’esperienza che

gli Ordini Mendicanti hanno avuto per secoli, cioè, gli Ordini Secolari, come modello o esempio da

seguire.

Il rapporto che esiste fra i frati e i secolari è una grazia e una responsabilità per tutti e due i rami. La

grazia si trova nell'arricchimento reciproco della vocazione che ciascuno vive. Il rapporto dei frati con

i secolari rinforza i frati nel loro desiderio a vivere seriamente il loro impegno come religiosi

consacrati. Il rapporto dei secolari con i frati li aiuta a vivere le richieste di una vita spirituale seria in

mezzo a un ambiente che non è sempre benevolo verso la religione.

La responsabilità dei frati verso i secolari è esercitata in due sensi, governo e formazioni. Questi due

sensi devono andare insieme, altrimenti né l’uno, né l’altra, può avere successo. Quando il governo e

la formazione vanno insieme è un'esperienza di guida, non di controllo. Guidare illumina la mente e fa

in modo che le difficoltà della vita cristiana siano più leggere. Effettivamente, l'enfasi più grande nel

rinnovamento dell'Ordine Secolare dopo il Vaticano II è quella della responsabilità di una formazione

adeguata di membri maturi della chiesa e dell'Ordine. Questa importanza della formazione è ispirata da

entrambi i documenti Apostolicam Actuositatem del Vaticano II e Christifideles Laici del papa

Giovanni Paolo II. In molte parti dell'ordine questo rinnovamento dell’area della formazione è già

avviato bene. In altre parti è ancora in fase di programmazione. In ogni parte dell'Ordine, però, è

necessario.

La responsabilità dei secolari rispetto ai frati è esercitata nella disponibilità dei secolari a collaborare

con i frati nella progettazione della missione delle province. Il 54o paragrafo di Vita Consecrata citato

sopra, ha dichiarato che “i laici … vengono perciò invitati a partecipare più intensamente alla

spiritualità e alla missione dell’Istituto medesimo.” Questo si applica a noi come Ordine. È necessario

riconoscere il ruolo dei nostri laici impegnati con l'Ordine nello sviluppo della nostra presenza, non

solo a causa dei cambiamenti demografici che avvengono in determinati posti, ma perché la natura

stessa di partecipazione laicale alla chiesa si è sviluppata in una nuova condizione. La presenza dei

membri secolari competenti e ben formati può essere un aiuto grande nel pianificare eventuali nuove

strutture della nostra presenza.

Ormai è divenuta consuetudine in molte Province invitare i membri dell'Ordine Secolare, di solito

rappresentato dal Consiglio Provinciale dell'OCDS, a partecipare ai Capitoli provinciali, dedicando un

tempo al dialogo sul rapporto che esiste tra frati e secolari. Questo dialogo, altamente raccomandato, è

sempre più importante nella pianificazione dei progetti futuri delle nostre Province e ad affrontare i

bisogni e i desideri dei secolari, mentre noi insieme cerchiamo di rendere più efficace la nostra

presenza nel portare il messaggio del Carmelo Teresiano al mondo che ci circonda.

Il rapporto spirituale che esiste tra i frati, le suore di clausura e i secolari dell'Ordine è una fonte di

grande ricchezza a ciascuno di noi come individui e come Ordine. È anche una fonte di grazia ed

energia per la Chiesa che serviamo e al mondo che ha bisogno della conoscenza della presenza di Dio.

Chiedo ai Provinciali di comunicare questa lettera ai membri dell'Ordine Secolare nelle loro Province.

Fraternamente in Cristo, nostro Salvatore,

Saverio Cannistrà, OCD

Superiore Generale


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