Di Juan Somavia*
Un fatto che mi ha profondamente colpito nel corso dei miei spostamenti e che ancora oggi mi interroga è che quello che le persone chiedono non è prima di tutto il denaro, bensì un lavoro, la dignità di un lavoro. Perché? Perché l'opportunità di un lavoro decente le fa uscire dall'impressione di essere parassiti, rifiutate dagli altri, e le congiunge invece alla creazione della loro comunità, del loro quartiere o del loro paese, nella dignità e nella sicurezza per la loro famiglia e per loro stessi. Il grido di questa domanda mi perseguita sempre, soprattutto quando proviene da giovani disoccupati, mentre a poca distanza troviamo adulti che crollano sotto il peso di un eccessivo lavoro che li fa sopravvivere appena e nuoce alla loro vita personale e familiare. Non riesco a rassegnarmi a vedere un tasso di disoccupazione giovanile così alto, quando i giovani hanno in sé tutte le energie del futuro e sono loro precluse opportunità di lavori dignitosi che ne formerebbero la personalità.
È da questo richiamo che è nata l'Agenda per il lavoro decente dell'Oil. Abbiamo scelto il termine decenza, poiché la decenza è il modo in cui una determinata comunità umana permette alla dignità di ciascuno dei suoi membri di esprimersi e di essere riconosciuta in un momento della sua storia. Purtroppo, nella società globalizzata del mercato in cui oggi ci troviamo, la decenza del lavoro non sempre è al centro delle preoccupazioni delle politiche degli Stati o delle imprese. Si prende in considerazione solo l'aspetto remunerativo del lavoro. Di fronte a tutto questo, che cosa proponiamo nella nostra Agenda affinché venga sempre promosso, nella verità e praticamente, quel valore inserito nella Dichiarazione di Filadelfia, parte integrante della costituzione della nostra Organizzazione, per cui «il lavoro non è una merce»? Credo peraltro che questa formula sia precedente alla nascita dell'Oil. Dovrebbe risalire al 1848 e sembra appartenga a monsignor Ketteler, a quel tempo memb ro del Parlamento di Francoforte, la cui memoria è stata onorata da Papa Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est.
Ma qual è, esattamente, il contenuto della nostra Agenda per il lavoro decente? È costituito da una base di decenza universale sulla quale costruire solidamente, secondo quattro dinamiche di decenza crescente. Questa base poggia su quattro pilastri:
1) il diritto di associazione e di negoziazione collettiva. È il principio stesso di costruzione di un'umanità di relazioni, al di là del livello della famiglia, attraverso la sua capacità di negoziazione collettiva;
2) l'abolizione del lavoro minorile, e, in modo immediato, delle peggiori forme di lavoro minorile. Un bambino deve, innanzitutto, essere educato a diventare ancora di più una persona in relazione con gli altri, educato ancora meglio della generazione precedente, visto che i problemi da risolvere diventano sempre più complessi. Certo, l'abolizione del lavoro minorile, correlativa allo sviluppo dei sistemi educativi, non può avvenire da un giorno all'altro. Invece qualsiasi lavoro che possa nuocere, in maniera irreversibile, alla salute fisica o mentale di un minore deve essere abolito immediatamente: lavoro nelle miniere, lavoro sotto costrizione, per il quale, a volte, si concepiscono dei bambini per darli ad un creditore in cambio della cancellazione di un debito, mettendoli sullo stesso piano del denaro...!;
3) l'abolizione del lavoro forzato. Il lavoro forzato non riconosce assolutamente come persona l'uomo o la donna che lo compiono. Ciò di cui si tiene conto è solo il prodotto che ne risulta, anche se si ciò avviene nelle peggiori condizioni;
4) l'abolizione delle discriminazioni sul lavoro. La comunità umana deve trarre vantaggio dalle differenze fra le persone e riconoscere che costituiscono una ricchezza
Su questa solida base di decenza, secondo i seguenti quattro punti, intendiamo sviluppare quattro dinamiche.
La creazione di posti di lavoro.
Si tratta di impiantare ovunque un quadro giuridico che consenta la realizzazione facile di imprese durevoli, dalle più piccole, le imprese unipersonali dell'economia informale, ai maggiori gruppi multinazionali. Qualsiasi impresa riunisce innanzitutto delle persone per elaborare insieme dei prodotti o servizi in vista del bene comune della società. Le società capitaliste non sono le uniche forme di impresa. Così, ad esempio, lo sviluppo dell'economia sociale (associazioni o cooperative) merita un'attenzione particolare. Bisogna poi assicurare delle politiche di finanziamento sociale delle imprese, cioè delle politiche che assicurino una continuità di finanziamento per permettere alle imprese di crescere. Cercare di ammorbidire le condizioni di credito per permettere la crescita agevole delle imprese a partire dalla microimpresa. Bisogna sempre adeguare le politiche di formazione e sviluppare quelle per le persone più emarginate: le donne, i giovani, i portatori di handicap, i malati cronici.
La salute sul lavoro e la sicurezza.
Rispettare le persone nel loro lavoro significa mirare a limitare gli incidenti (attualmente, sono ancora seimila i morti ogni giorno!) e a promuovere condizioni che non ne alterino la salute. Oggi ci troviamo di fronte a nuove malattie derivanti dallo stress di cui le persone sono vittime, tanto grandi sono le esigenze, soprattutto mentali, nei loro confronti. Le personalità non possono svilupparsi senza un minimo di pace interiore e hanno legittimamente bisogno di un minimo di sicurezza per il loro futuro.
Il rispetto degli strumenti giuridici esistenti.
Rispettare le persone vuol dire fare in modo che esse possano impegnare la propria responsabilità e non lasciar passare, quindi, le trasgressioni degli strumenti giuridici che lo Stato di appartenenza ha accettato a nome loro di ratificare. Se vogliamo sviluppare nel mondo una maggiore decenza, l'adozione di una convenzione internazionale da parte d i un Paese, all'interno del suo corpus giuridico di leggi, deve essere messa in atto senza fermarsi alla prima difficoltà incontrata.
Lo sviluppo tripartito.
La più grande originalità dell'Oil consiste nell'essere un'organizzazione internazionale di rappresentanza a tre: dei governi, delle associazioni dei datori di lavoro e dei sindacati di ogni Paese. È attraverso il dialogo fra questi tre tipi di persone morali che si elaborano riforme sociali durevoli. Da oltre novant'anni, verifichiamo che il dialogo fra persone è la condizione sine qua non per un progresso sociale a lungo termine. Eliminare una qualsiasi delle componenti vorrebbe dire rendere sterile l'azione della nostra Organizzazione.
AVVENIRE
Un fatto che mi ha profondamente colpito nel corso dei miei spostamenti e che ancora oggi mi interroga è che quello che le persone chiedono non è prima di tutto il denaro, bensì un lavoro, la dignità di un lavoro. Perché? Perché l'opportunità di un lavoro decente le fa uscire dall'impressione di essere parassiti, rifiutate dagli altri, e le congiunge invece alla creazione della loro comunità, del loro quartiere o del loro paese, nella dignità e nella sicurezza per la loro famiglia e per loro stessi. Il grido di questa domanda mi perseguita sempre, soprattutto quando proviene da giovani disoccupati, mentre a poca distanza troviamo adulti che crollano sotto il peso di un eccessivo lavoro che li fa sopravvivere appena e nuoce alla loro vita personale e familiare. Non riesco a rassegnarmi a vedere un tasso di disoccupazione giovanile così alto, quando i giovani hanno in sé tutte le energie del futuro e sono loro precluse opportunità di lavori dignitosi che ne formerebbero la personalità.
È da questo richiamo che è nata l'Agenda per il lavoro decente dell'Oil. Abbiamo scelto il termine decenza, poiché la decenza è il modo in cui una determinata comunità umana permette alla dignità di ciascuno dei suoi membri di esprimersi e di essere riconosciuta in un momento della sua storia. Purtroppo, nella società globalizzata del mercato in cui oggi ci troviamo, la decenza del lavoro non sempre è al centro delle preoccupazioni delle politiche degli Stati o delle imprese. Si prende in considerazione solo l'aspetto remunerativo del lavoro. Di fronte a tutto questo, che cosa proponiamo nella nostra Agenda affinché venga sempre promosso, nella verità e praticamente, quel valore inserito nella Dichiarazione di Filadelfia, parte integrante della costituzione della nostra Organizzazione, per cui «il lavoro non è una merce»? Credo peraltro che questa formula sia precedente alla nascita dell'Oil. Dovrebbe risalire al 1848 e sembra appartenga a monsignor Ketteler, a quel tempo memb ro del Parlamento di Francoforte, la cui memoria è stata onorata da Papa Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est.
Ma qual è, esattamente, il contenuto della nostra Agenda per il lavoro decente? È costituito da una base di decenza universale sulla quale costruire solidamente, secondo quattro dinamiche di decenza crescente. Questa base poggia su quattro pilastri:
1) il diritto di associazione e di negoziazione collettiva. È il principio stesso di costruzione di un'umanità di relazioni, al di là del livello della famiglia, attraverso la sua capacità di negoziazione collettiva;
2) l'abolizione del lavoro minorile, e, in modo immediato, delle peggiori forme di lavoro minorile. Un bambino deve, innanzitutto, essere educato a diventare ancora di più una persona in relazione con gli altri, educato ancora meglio della generazione precedente, visto che i problemi da risolvere diventano sempre più complessi. Certo, l'abolizione del lavoro minorile, correlativa allo sviluppo dei sistemi educativi, non può avvenire da un giorno all'altro. Invece qualsiasi lavoro che possa nuocere, in maniera irreversibile, alla salute fisica o mentale di un minore deve essere abolito immediatamente: lavoro nelle miniere, lavoro sotto costrizione, per il quale, a volte, si concepiscono dei bambini per darli ad un creditore in cambio della cancellazione di un debito, mettendoli sullo stesso piano del denaro...!;
3) l'abolizione del lavoro forzato. Il lavoro forzato non riconosce assolutamente come persona l'uomo o la donna che lo compiono. Ciò di cui si tiene conto è solo il prodotto che ne risulta, anche se si ciò avviene nelle peggiori condizioni;
4) l'abolizione delle discriminazioni sul lavoro. La comunità umana deve trarre vantaggio dalle differenze fra le persone e riconoscere che costituiscono una ricchezza
Su questa solida base di decenza, secondo i seguenti quattro punti, intendiamo sviluppare quattro dinamiche.
La creazione di posti di lavoro.
Si tratta di impiantare ovunque un quadro giuridico che consenta la realizzazione facile di imprese durevoli, dalle più piccole, le imprese unipersonali dell'economia informale, ai maggiori gruppi multinazionali. Qualsiasi impresa riunisce innanzitutto delle persone per elaborare insieme dei prodotti o servizi in vista del bene comune della società. Le società capitaliste non sono le uniche forme di impresa. Così, ad esempio, lo sviluppo dell'economia sociale (associazioni o cooperative) merita un'attenzione particolare. Bisogna poi assicurare delle politiche di finanziamento sociale delle imprese, cioè delle politiche che assicurino una continuità di finanziamento per permettere alle imprese di crescere. Cercare di ammorbidire le condizioni di credito per permettere la crescita agevole delle imprese a partire dalla microimpresa. Bisogna sempre adeguare le politiche di formazione e sviluppare quelle per le persone più emarginate: le donne, i giovani, i portatori di handicap, i malati cronici.
La salute sul lavoro e la sicurezza.
Rispettare le persone nel loro lavoro significa mirare a limitare gli incidenti (attualmente, sono ancora seimila i morti ogni giorno!) e a promuovere condizioni che non ne alterino la salute. Oggi ci troviamo di fronte a nuove malattie derivanti dallo stress di cui le persone sono vittime, tanto grandi sono le esigenze, soprattutto mentali, nei loro confronti. Le personalità non possono svilupparsi senza un minimo di pace interiore e hanno legittimamente bisogno di un minimo di sicurezza per il loro futuro.
Il rispetto degli strumenti giuridici esistenti.
Rispettare le persone vuol dire fare in modo che esse possano impegnare la propria responsabilità e non lasciar passare, quindi, le trasgressioni degli strumenti giuridici che lo Stato di appartenenza ha accettato a nome loro di ratificare. Se vogliamo sviluppare nel mondo una maggiore decenza, l'adozione di una convenzione internazionale da parte d i un Paese, all'interno del suo corpus giuridico di leggi, deve essere messa in atto senza fermarsi alla prima difficoltà incontrata.
Lo sviluppo tripartito.
La più grande originalità dell'Oil consiste nell'essere un'organizzazione internazionale di rappresentanza a tre: dei governi, delle associazioni dei datori di lavoro e dei sindacati di ogni Paese. È attraverso il dialogo fra questi tre tipi di persone morali che si elaborano riforme sociali durevoli. Da oltre novant'anni, verifichiamo che il dialogo fra persone è la condizione sine qua non per un progresso sociale a lungo termine. Eliminare una qualsiasi delle componenti vorrebbe dire rendere sterile l'azione della nostra Organizzazione.
AVVENIRE
Comunità di Santa Maria della Vittoria
CENTRO DI FORMAZIONE ALLA MEDITAZIONE CRISTIANA
Via XX Settembre , 17 Roma
Enrico 3337422760
CENTRO DI FORMAZIONE ALLA MEDITAZIONE CRISTIANA
Via XX Settembre , 17 Roma
Enrico 3337422760
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