Una delle esperienze che come parroco verifico quotidianamente è l’assenza di gioia in tante persone che incontro. Si legge nei loro occhi, nelle loro espressioni, nei loro volti, che sono a corto di gioia, intendo quella vera, che scaturisce da un cuore sereno, innamorato di Dio. «La gioia è il segreto gigantesco del cristiano», asseriva il grande convertito inglese G.K. Chesterton. E il p. Faber sottolineava che «la gioia è come un missionario che predica Dio, facendolo amare». Mi chiedo, forse da sempre, perché siamo così spesso tristi, angosciati, infelici? E se pensassimo (invece di lasciarci sgomentare e avvilire dal pessimismo imperante) di ringraziare Dio per le gioie che ci concede, ci resterebbe il tempo per lamentarci? Le anime liete sono come le viole a primavera: nessuno le nota, ma l’aria è impregnata del loro profumo. Suggerisco la recita quotidiana del Salmo 118: «...Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia ...Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua parola». Solo Dio, infatti, libera dall’angoscia, dal peccato, anche da quello della tristezza. A questo proposito, notava con felice intuito Léon Bloy: «L’unica tristezza che dobbiamo avere è quella di non essere santi ». La gioia che Dio ci dà, non conosce tramonto; non teme intrighi o avarie; non conosce alcun rischio: è al sicuro. «Nessuno potrà rapirvi la vostra gioia» (Gv 16,23). Difficoltà, sofferenze, dolori, lacrime potranno increspare la superficie della nostra anima, ma non potranno mai estinguere il sacro fuoco della gioia che solo Dio può accendere nel cuore.
don Gianfranco Massarotto Latina
Pace a colui che ha scritto e a chi legge.
Pace a coloro che amano il Signore
in semplicità di cuore
Pace a colui che ha scritto e a chi legge.
Pace a coloro che amano il Signore
in semplicità di cuore
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